Riparazione registratore microcassette

Riparazione registratore microcassette

Introduzione

Prima dell’avvento dei CD un supporto di registrazione molto diffuso erano le cassette con nastro magnetico. Esistono numerose tipologie di registratori a cassette, oggi ci occuperemo della riparazione di un registratore microcassette.

Questi registratori si utilizzano principalmente per registrare note vocali, appunti, riunioni ed interviste perciò si possono chiamare anche dittafoni. Sono molto comodi perché hanno dimensioni molto ridotte.

Oggi questi registratori non usano più microcassette per salvare la traccia audio, ma sfruttano memorie digitali come schede micro SD.

Restauro registratore microcassette *

Il “paziente” è un registratore della General Electric modello 3-5328A prodotto nel 1988, molto compatto e robusto alimentato da due pile AA.

Il problema riscontrato è il blocco del trascinamento del nastro magnetico della cassetta, perciò la principale indiziata è la cinghia di gomma che collega il motore al capstan. Con il passare del tempo la gomma diventa fragile e perde elasticità.

Per i meno esperti di registratori a cassette  il capstan è un perno metallico che ruota a velocità costante. Il nastro viene schiacciato contro il capstan dal pinch roller, ovvero un rullo di gomma. Questi due elementi trascinano in nastro della cassetta contro le testine di lettura.

Cominciamo a rimuovere le viti esterne, per non perderle consigliamo di riporle in un contenitore (tazzina, bicchierino di plastica, ecc…)

Vi consigliamo di separare in contenitori diversi le viti di “livelli” differenti, per evitare di confondere viti della scocca esterna con viti della meccanica interna o viti di fissaggio dell’elettronica. In ogni contenitore potete scrivere la provenienza per semplificare l’assemblaggio finale dell’oggetto.

Per separare le due metà della scocca in plastica si fa leva con una sottile linguetta semirigida di plastica (plettro, vecchia tessera di plastica, vecchia carta di credito, ecc…) con molta delicatezza per non rompere i dentini di fissaggio.

Aperto il registratore notiamo subito una scheda elettronica con fili di diverso colore che servono per collegare l’alimentazione, l’altoparlante, il microfono, la meccanica, ecc…

Per evitare danni al circuito ed accedere alla parte meccanica sottostante si dissaldano tutti i fili.

Prima di dissaldare i fili vi consigliamo di scattare delle foto alla scheda per ricollegare i fili in modo corretto terminata la riparazione.

Se può aiutarvi potete porre dei segni con pennarelli indelebili ed applicare etichette ai fili. È molto importante ripristinare correttamente tutti i collegamenti per evitare guasti e malfunzionamenti. Non abbiate paura di esagerare con foto, etichette e disegni.

Individuazione e risoluzione del guasto

Tolta la scheda elettronica notiamo subito che la cinghia di trascinamento tra il motore e il capstan è rotta in un punto, ed ha perso totalmente elasticità.

Sostituiamo la cinghia con una di ricambio (stessa sezione e diametro), in questo caso una cinghia di sezione quadrata da 1mm e diametro 75mm.

Lubrifichiamo con qualche goccia di lubrificante la bronzina del capstan facendo attenzione a non sporcare le parti in gomma (pinch roller e cinghia).

Ricolleghiamo la scheda elettronica aiutandoci con le foto e le etichette, e facciamo un primo test di funzionamento senza cassetta per verificare la corretta rotazione della cinghia.

Ripassiamo con nuovo stagno eventuali falsi contatti sulla scheda. Controlliamo la qualità dei condensatori e sostituiamo quelli difettosi.

Prima di provare la cassetta puliamo con un cotton fioc e alcol decolorato le testine magnetiche ed il capstan. Il pinch roller di gomma si pulisce con il cotton fioc asciutto.

Verificato il corretto funzionamento di riproduzione e registrazione si richiude la scocca in plastica con le ultime viti e si procede con la pulizia e lucidatura dell’oggetto.

Con la riparazione del registratore microcassette speriamo di aver acceso in voi la scintilla per riparare un oggetto a cui siete affezionati, perché non c’è soddisfazione più grande di dare una seconda possibilità ad un manufatto.

*Makers ITIS Forlì non si assumono alcuna responsabilità per danni a cose, persone o animali derivanti dall’utilizzo delle informazioni contenute in questa pagina. Tutto il materiale contenuto in questa pagina ha fini esclusivamente informativi.

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Realizzazione orologio Nixie

Realizzazione orologio Nixie

Galleria fotografica della realizzazione di un orologio a tubi Nixie, funzionante con Arduino Nano e RTC (link articolo)


È stata realizzata una scheda elettronica su cui montare tutti i componenti necessari e una scatola di legno per nascondere i circuiti:

Schema elettrico del circuito

Si noti l’Arduino Nano come cuore del circuito, e le connessioni verso l’esterno per RTC e alimentazioni a 5V e 170V.

Gli integrati a sinistra sono drivers appositamente realizzati per i tubi Nixie, ricevono un input digitale a 4 bit 5 Volt, alimentazione sempre a 5V e mettono il pin selezionato a massa (motivo per cui tutto il circuito ha masse comuni tra alta e bassa tensione).

Mentre i vari catodi dei tubi vengono tenuti scollegati oppure messi a massa a seconda della cifra da accendere, la cassa dell’anodo o potenziale comune è collegato a 170V tramite 10kΩ di resistenza di protezione.

Creazione della scheda

Inizio sbroglio
Collegamenti disegnati a mano
Fine progettazione

Il disegno dello schema elettrico e della scheda stampata sono stati realizzati su EasyEDA gratuitamente. Successivamente è stata acquistata per riceverla a casa.

Particolare dei drivers

Fase di montaggio dei componenti. Gli integrati sono drivers con cui i pin digitali di Arduino pilotano i catodi dei tubi. Questo non può essere fatto direttamente perché mentre il microcontrollore lavora a 5V, i display si alimentano a 170V.

Scheda completata
Ultimi collegamenti

Scheda inserita nella sua scatola insieme ai due alimentatori switching step-up e step-down, che forniscono le due alimentazioni a 5V e 170V partendo dal jack che fornisce 24V.

Realizzazione orologio Nixie
Prodotto finito, cavo di alimentazione nascosto dietro

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Real Time Clock – RTC

Real Time Clock – RTC

In questo articolo vedremo un componente elettronico che può essere usato insieme a un microcontrollore per misurare il tempo, un real time clock (RTC).

Questo vi permetterà di costruire orologi accurati in grado di restare a punto anche mentre il vostro progetto è spento.

In particolare ora vedremo come programmare e usare il DS3231 con una scheda Arduino, usando la libreria di Adafruit “RTClib 1.10.0”.

Se siete amanti dei delay(1000); levatevi di torno.

Real Time Clock – RTC
DS3231 sulla sua breakout board

Il componente si presenta su una scheda di supporto con altri componenti necessari come regolatori di alimentazione e una batteria montata sul lato inferiore, questa entra in funzione quando il resto del circuito si spegne e l’alimentazione a 5V viene a mancare, dato che nessun sistema può contare il tempo senza una fonte di energia.

Nella figura si notano anche i due contatti per comunicazione seriale I2C, che andranno direttamente all’Arduino, e anche due uscite da 32kHz e 1Hz, utilizzabili ma non necessarie per costruire un orologio.

Programmazione:

DateTime viene usata sia come funzione sia come variabile:

– Usata come variabile, è una struttura in grado di contenere una data;

– Usata come funzione, calcola una data prendendo in input dati di tempo, inseriti dal più significativo al più preciso, cioè in ordine di anni, mesi, giorni, ore, minuti e secondi, per poi salvarli su una struttura DateTime.

Esempio:

DateTime X = ( DateTime( 2020 , 12 , 31 , 23 , 59 , 59 ) );

Dove X è una variabile di tipo DateTime che indica l’istante un secondo prima di capodanno 2021.

In alternativa si possono usare due funzioni dell’applicazione di Arduino, ossia __DATE__ per la data e __TIME__ per l’orario, questi due ” #define speciali ” al momento della compilazione dello sketch vengono sostituiti con data e ora del computer in uso.

Esempio:

DateTime Y = ( DateTime( F(__DATE__) , F(__TIME__) ) );

Dove Y è una variabile di tipo DateTime che indica l’istante in cui è stata lanciata la compilazione del codice.

Suggerisco di eseguire la sincronizzazione dell’orologio del computer prima di lanciare la compilazione.

Un’altra funzione è TimeSpan e serve per “spostarsi” avanti o indietro nel tempo a partire da un punto di riferimento, definito da un’altra variabile DateTime. Questa funzione prende in ingresso 4 valori, cioè giorni, ore, minuti e secondi, (non mesi o anni dato che hanno durata irregolare/indefinita).

Esempio:

               DateTime Z = ( X + TimeSpan( 0 , -1 , 0 , 10 ) );

Dove Z è una variabile di tipo DateTime che indica l’istante 59 minuti e 51 secondi prima di capodanno 2021, cioè 59 minuti e 50 secondi prima di X.

               DateTime K = ( X + TimeSpan( 0 , -1 , 60 , 0 ) );

Modo inutilmente complicato per creare una copia di X.

Messa a punto iniziale tramite Arduino:

Per mettere in funzione la scheda bisogna prima scrivere un codice di messa a punto e realizzare un semplice circuito con 4 fili tra TRC e Arduino (5V, gnd, SCL, SDA), collegarli al computer tramite USB, inserire una batteria nel retro dell’RTC e assicurarsi che l’orario del computer sia a punto.

Per sapere quali pin dell’Arduino corrispondono a SCL e SDA consultare il datasheet (variano tra Uno, Mega, Nano e Micro).

Codice per la programmazione. Ricorda di scollegare l’RTC per evitare che venga riprogrammato con il vecchio orario quando l’Arduino si riavvia.

Utilizzo:

Ovviamente il codice dipenderà dal vostro progetto, ma qui sotto potete trovare un esempio di chiamata per la lettura del dato dall’RTC.

Comandi per stampare su monitor seriale tutte le letture in un’unica frase.

Come potete osservare, il componente dispone anche di un termometro. Questa funzione è presente per via della grossa dipendenza della frequenza di oscillazione del quarzo dalla sua temperatura. Il DS3231 è provvisto di un meccanismo di bilanciamento automatico, che lo rende un orologio più preciso di molti altri digitali moderni. È molto più preciso del mio portatile.

Vettori di stringhe usati per completare la frase a monitor seriale.

L’RTC restituisce i mesi e i giorni della settimana come numeri interi. Per sostituirli con le parole italiane corrispondenti, invece di fare maree di if, si può fare in modo che il valore ricevuto in seriale sia indice di un vettore che contiene le parole desiderate.

Nota:

Il circuito non gradisce letture troppo frequenti, consiglio un minimo di qualche decimo di secondo tra una lettura e l’altra.

Fusi orari:

Dopo aver detto tutto questo bisogna far presente che il DS3231 non calcola automaticamente i passaggi tra orari legale e solare, quindi per evitare di dover mettere a punto il vostro progetto due volte all’anno potete adottare varie possibili soluzioni, come ad esempio lasciare l’RTC a punto con l’orario solare tutto l’anno, ma riportando un’ora in più in uscita se il microcontrollore calcola di essere in estate.

Cambio di orario in Italia:

Alle 2 di notte dell’ultima Domenica di Marzo, si spostano gli orologi un’ora avanti e si ha quindi un giorno di 23 ore.

Per tutta l’estate è in vigore l’orario LEGALE.     (Coordinated Universal Time + 2 ore)

Alle 2 di notte dell’ultima Domenica di Ottobre, si spostano gli orologi un’ora indietro e si ha un giorno di 25 ore.

Per tutto l’inverno è in vigore l’orario SOLARE.    (Coordinated Universal Time + 1 ora)

Se ipotizziamo che il nostro RTC resti impostato sull’orario solare tutto l’anno, allora Arduino, a ogni lettura, prima di mandarla in output dovrà calcolare se aggiungere un’ora extra oppure no.

Per fare ciò occorrerà una serie di if-else in cascata per restringere il campo attorno alle date di cambio orario, fino al livello di precisione che si vuole ottenere.

Altro:

-Pin “32K”, attivo di default (onda quadra 32000 Hz):

rtc.disable32K();                             Per disattivare il pin

rtc.enable32K();                              Per riattivare il pin

Serial.println( rtc.isEnabled32K() );         Restituisce 0 se spento o 1 se acceso

-Pin “SQW”, disattivo di default (onda quadra 1 Hz):

rtc.writeSqwPinMode( DS3231_OFF );            Per disattivare il pin

rtc.writeSqwPinMode( DS3231_SquareWave1Hz );  Per attivare il pin

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HIGH TECH BEEHIVE

HIGH TECH BEEHIVE

Il progetto High Tech Beehive nasce dall’esigenza di monitorare lo stato delle arnie dell’apicoltore Andrea Ferretti. Il lavoro si è poi evoluto in un sistema, progettato e costruito da Davide Di Stasio, a basso costo.

Il controllo dei parametri di una colonia di api è di primaria importanza in apicoltura e viene approfondito nel paragrafo MONITORAGGIO DELL’ALVEARE.

La centralina di monitoraggio invia i dati dall’arnia ad un database online sulla quale possono essere visualizzati ed interpretati.

Il sistema GPRS di comunicazione tra la centralina e la piattaforma digitale offre la possibilità al progetto di comunicare tramite la rete cellulare diffusa su un territorio molto vasto.

MONITORAGGIO DELL’ ALVEARE

Il lavoro dell’apicoltore negli ultimi decenni è mutato profondamente a causa principalmente di malattie delle api, dall’uso smodato di pesticidi e del cambiamento climatico. Per queste ragioni l’approccio dell’apicoltore nei confronti delle proprie famiglie di api deve cambiare ed evolversi, per mettere nelle condizioni ottimali ogni arnia ed adattarsi alle esigenze particolari di ogni apiario.

Con questo sistema di monitoraggio a distanza è possibile valutare in qualunque momento i parametri chiave che descrivono la salute e l’attività dell’alveare. Questi parametri sono la temperatura, l’umidità e il peso.

L’applicazione pratica di questo sistema consiste nell’intervenire qualora si verificassero dei problemi o semplicemente di monitorare l’importazione di nettare durante la primavera ed il consumo di scorte durante l’inverno.

Il monitoraggio del peso aiuta l’apicoltore a regolare le integrazioni alimentari per adattarsi alle esigenze di ogni apiario.

Oltre alle applicazioni dirette di monitoraggio questo sistema aiuta l’apicoltore anche nel suo lavoro quotidiano di gestione delle visite agli apiari.

Infatti risulta difficoltoso conoscere la situazione di arnie che distano diverse ore di viaggio dalle sede principale, con questo sistema l’apicoltore può decidere il momento ideale per far visita agli apiari più lontani ed intervenire di conseguenza, evitando viaggi inutili.

HARDWARE

L’hardware del progetto High Tech Beehive monta sull’arnia sensori di temperatura, umidità e peso gestiti dalla centralina di monitoraggio centrale.

La comunicazione GPRS è garantita da un apposito modulo che monta una scheda SIM. L’utilizzo di un microcontrollore per la lettura dei sensori offre una semplicità ed economicità circuitale della centralina. Il sistema è autonomo perché dotato di batterie e pannello fotovoltaico.

Scatto remoto per cellulari

Scatto remoto per cellulari

Innanzitutto cos’è uno scatto remoto per cellulari, a cosa serve?
Uno scatto remoto è un telecomando che serve per scattare foto e registrare video senza toccare il cellulare.

È uno strumento molto utile sia in fotografia che in astrofotografia che permette di catturare immagini e video senza il rischio di far vibrare l’intera apparecchiatura.

Tecnologie, pro e contro

Esistono diverse tecnologie usate per gli scatti remoti per cellulari : mediante filo collegabile al jack delle cuffiette, mediante Bluetooth, ecc… Ognuno di questi ha dei pregi e dei difetti che vanno valutati a seconda dell’utilizzo che se ne vuole fare.

Scatto remoto per cellulari

Uno scatto remoto per cellulari Bluetooth ha la comodità di non avere nessun filo di intralcio, inoltre ha delle distanze di funzionamento generose. L’inconveniente è la stabilità del segnale wireless (tra il telecomando ed il cellulare) che potrebbe venir meno, impedendo lo scatto delle foto e la ripresa video.

Lo scatto remoto con filo non ha problemi di affidabilità, ogni volta che si preme il pulsante il cellulare riprende l’immagine. L’unico inconveniente è la lunghezza del filo che può limitare la distanza da cui si esegue lo scatto e limitare i movimenti del fotografo.

Costruiamo uno scatto remoto per cellulari*

Di seguito costruiamo uno scatto remoto basandoci su un cellulare Samsung con attacco jack per le cuffiette (TRRS) .

La prima cosa da fare è di attivare sulle impostazioni del cellulare lo scatto con i tasti del volume

Successivamente possiamo procedere in due modi: attacchiamo le cuffiette al cellulare e scattiamo le foto premendo i tasti del volume sulle cuffiette (fine del divertimento), oppure costruiamo un nostro scatto remoto personalizzabile con un filo di lunghezza a piacere.

Se hai optato per la scelta DIY avrai bisogno di:

2 resistenze da 33 OHM (1/4W)
1 resistenza da 470 OHM (1/4W)
1 pulsante (push button switch Normalmente Aperto)
1 cavo con connettore TRRS (jack 3.5mm) lungo a piacere
nastro isolante o guaine termo-restringenti (per isolare i collegamenti)
saldatore e stagno

La strategia alla base di questo scatto remoto è di imitare il tasto volume delle cuffiette. Per fare questo bisogna collegare le resistenze e il pulsante come riportato nello schema seguente.

Il filo audio collegato al jack TRRS da 3.5mm sarà formato da 4 fili molto sottili con gli stessi colori indicati nello schema, per poterli saldare alle resistenze occorrerà bruciare con un accendino lo smalto isolante colorato presente sull’estremità.
Durante questo passaggio bisogna fare attenzione a non applicare troppo calore per non bruciare l’intero filo.

Tutti i collegamenti sono saldati con il saldatore a stagno ed isolati opportunamente con guaine termo-restringenti. Prima di collegare lo scatto remoto al cellulare assicurati di aver collegato correttamente tutti i componenti aiutandoti con un tester in funzione “continuità”.

Terminati i collegamenti riponi tutto dentro un piccolo contenitore (noi abbiamo riciclato il guscio dei tasti di un paio di cuffiette rotte) e assicura il tutto con colla e fascette.

Conclusioni

Ora che hai costruito il tuo scatto remoto puoi usarlo in mille modi diversi, noi Makers lo useremo per fare astrofotografia e montato su una stampante 3D per fare degli scatti per i timelapse. Aggiungi ai commenti i tuoi possibili utilizzi per questo fantastico accessorio.

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Radiocomando con Arduino

Radiocomando con Arduino

Introduzione

Qualora si voglia realizzare in autonomia un veicolo, velivolo o a qualsiasi altra macchina con Arduino può essere bello realizzarlo a controllo remoto con un proprio radiocomando.
Il vantaggio di realizzare un radiocomando con Arduino è principalmente quello di poterselo personalizzare.
Arduino per quanto semplice è anche molto personalizzabile e può essere stimolante progettare un radio comando specifico per le proprie applicazioni.

In questo caso verrà realizzato un radiocomando utile per più scopi

Cosa serve?

*Qui elencherò le componenti da utilizzare, a seconda di come andrete a personalizzare il vostro radiocomando togliere e aggiungerete parti.

Componenti

  • Arduino Nano 
  • 2 potenziometri
  • 2 joystick
  • Cavetti vari (sono più pratici quelli con pin maschio e/o femmina per applicazioni come le schede Arduino)
  • 4 tasti
  • Antenna NRF24L01 + PA +LNA
  • Interruttore
  • Batteria (facoltativo, il radiocomando potrebbe essere comandato anche via cavo con la corrente domestica con appositi alimentatori)

Strumenti

  • 1 cavetto per collegare la scheda Arduino al computer (in questo caso da USB-B a Mini USB-B)
  • Computer per programmare la scheda con Arduino IDE installato
  • Saldatrice per stagno (non indispensabile se si usano componenti con dei pin appositi)
  • Stampante 3D per il case (sostituibile ad esempio con del legno o del plexiglass, basta un po’ di inventiva, vedi sotto)

Design del radiocomando

Oltre che all’ergonomia per l’impugnatura bisogna pensare agli spazi occupati dalle componenti e dalla cavetteria. Il consiglio è quello di realizzarsi uno schema con i vari componenti così da rendersi conto dell’ingombro generale.

Ovviamente la disposizione delle componenti dipende dai vostri gusti.

Per mantenere le dimensioni compatte ho scelto un Arduino Nano. Per comodità personale ho rivolto il connettore mini USB-B verso sinistra, ma in generale sarebbe più pratico averlo prossimo alla superficie esterna.
L’antenna conviene sempre metterla quanto più esterna possibile, la batteria con l’interruttore di accensione dovranno essere di facile accesso.

Il radiocomando finito sarà pressappoco così:

Ovviamente nelle parti cave saranno presenti i joystick, l’interruttore, ecc…

Se si volesse usare più semplicemente del legno o del plexiglass basta sagomare due strati distanziati con in mezzo le componenti.

Programmazione radiocomando

Prima di tutto è necessario avere le librerie dei vari componenti, in questo caso è importante avere la libreria dell’antenna usata.

Clicca il bottone qui sotto per scaricare quella usata qui.

//Prima di tutto si devono inserire nello sketch le libreria che si
andranno ad usare

#include <SPI.h>

#include <nRF24L01.h>
#include <printf.h>
#include <RF24.h>
#include <RF24_config.h>

#include <Wire.h>

//Si definiscono le variabili per i segnali digitali, nel nostro caso
i bottoni o eventuali interruttori

int b1 = 12;
int b2 = 10;
int b3 = 5;
int b4 = 6;

//Ora bisogna impostare i canali radio per l'antenna, si assegnano a D6 e D7
i pin CE e CSN dell'antenna (come da sketch) e si imposta il canale (in questo caso 01998)

RF24 radio (8, 9); 
const byte address[9] = "01998";

unsigned long lastReceiveTime = 0;
unsigned long currentTime = 0;


//Si crea una struttura di dati. Qui si è indicato con Pot i potenziometri,
con button i pulsanti e con j i joystick, ognuno con 2 potenziometri

struct Pacchetto_Dati {
  byte Pot1;
  byte Pot2;
  byte button1;
  byte button2;
  byte button3;
  byte button4;
  byte j1PotV;
  byte j2PotV;
  byte j1PotL;
  byte j2PotL;
  
};

Pacchetto_Dati data;

void setup() {
//Si inizializza il seriale

  Serial.begin(9600);

//I seguenti comandi attivano l'antenna in base alla libreria inserita

  radio.begin();
  radio.openWritingPipe(address);
  radio.setAutoAck(false);
  radio.setDataRate(RF24_250KBPS);
  radio.setPALevel(RF24_PA_LOW);

//Si inizializzano i pulsanti (e eventuali interruttori)

  pinMode(b1, INPUT_PULLUP);
  pinMode(b2, INPUT_PULLUP);
  pinMode(b3, INPUT_PULLUP);
  pinMode(b4, INPUT_PULLUP);

//Qui si impostano i valori iniziali ai vari potenziometri/pulsanti.
Quando il potenziometro sarà in posizione neutra avrà valore 127, i pulsanti
avranno valore 1 (si spiega al prossimo passaggio perché)

  data.j1PotV = 127;
  data.j2PotV = 127;
  data.j1PotL = 127;
  data.j1PotL = 127;
  data.Pot1 = 127;
  data.Pot2 = 127;
  data.button1 = 1;
  data.button2 = 1;
  data.button3 = 1;

  data.button4 = 1;

}

void loop() {

//I valori letti da Arduino per i potenziometri vanno da 0 a 1023,
ossia 1024 bit, l'antenna però non è in grado di supportare una struttura
superiore a 32 byte, ossia 256 bit. Per questo bisogna "rimappare" i
valori da 0 a 255.

 data.j1PotV =map(analogRead(A0), 0,1023, 0,255);
 data.j2PotV =map(analogRead(A2), 0,1023, 0,255);
 data.j1PotL =map(analogRead(A1), 0,1023, 0,255);
 data.j1PotL =map(analogRead(A3), 0,1023, 0,255);
 data.Pot1 =map(analogRead(A4), 0,1023, 0,255);
 data.Pot2 =map(analogRead(A5), 0,1023, 0,255);

//Si leggono i valori dei vari bottoni che normalmente sono a valore alto (=1)
mentre quando vengono premuti vengono letti a valore basso (=0)

 data.button1 = digitalRead(b1);
 data.button2 = digitalRead(b2);
 data.button3 = digitalRead(b3);
 data.button4 = digitalRead(b4);


}

Come fatto notare prima bisogna rispettare una dimensione massima per la struttura di dati di 32 byte supportati dall’antenna.

Chi comunica con il radiocomando?

Per ricevere questo segnale la cosa più semplice da fare è mettere sulla macchina una scheda Arduino con la stessa antenna. Questa prenderà il segnale, analizzerà la struttura dati, e in base ai comandi imposti al radiocomando potrà eseguire determinate azioni.

La prima parte del codice sarà abbastanza simile in quanto si andrà a inizializzare i vari input e l’antenna. La seconda metà invece dovrà prendere i dati e usarli. Successivamente questi dati verranno resettati e si ripartirà con i dati successivi.

Si riporta un esempio esemplificato. In futuro verrà riportato un esempio pratico.

#include <SPI.h>
#include <nRF24L01.h>
#include <RF24.h>

RF24 radio(10, 9);   // nRF24L01 (CE, CSN)
const byte address[6] = "01998";

//l'indirizzo dovrà essere lo stesso

unsigned long lastReceiveTime = 0;
unsigned long currentTime = 0;

struct Data_Package {
  byte j1PotV;
  byte j1PotL;
  byte j2PotV;
  byte j2PotL;
  byte Pot1;
  byte Pot2;
  byte button1;
  byte button2;
  byte button3;
  byte button4;
};

Data_Package data; //Create a variable with the above structure

void setup() {

  Serial.begin(9600);

  radio.begin();
  radio.openReadingPipe(0, address);
  radio.setAutoAck(false);
  radio.setDataRate(RF24_250KBPS);
  radio.setPALevel(RF24_PA_LOW);
  radio.startListening(); //  Set the module as receiver

  resetData();
}

void loop() {
  // controlla la presenza di un emettitore
  //Nel nostro caso il radiocomando

  if (radio.available()) {
    radio.read(&data, sizeof(Data_Package));
// Legge i dati in "data"

    lastReceiveTime = millis();
// Ora si hanno effettivamente i dati
  }

  currentTime = millis();
  if ( currentTime - lastReceiveTime > 1000 ) { 
//Si esegue un controllo dei tempi di ricezione
// Se "currenttime" è più di 1 secondo dal segnale precedente
allora non si è più connessi

    resetData();
//Quindi si resettano i dati per evitare problemi

  }
  // Print the data in the Serial Monitor
  Serial.print("j1PotV: ");
  Serial.print(data.j1PotV);
  Serial.print("; j1PotL: ");
  Serial.print(data.j1PotL);
  Serial.print("; button1: ");
  Serial.print(data.button1);
  Serial.print("; j2PotV: ");
  Serial.println(data.j2PotL); 
}
void resetData() {
  // Reset the values when there is no radio connection - Set initial default values
  data.j1PotX = 127;
  data.j1PotY = 127;
  data.j2PotX = 127;
  data.j2PotY = 127;
  data.j1Button = 1;
  data.j2Button = 1;
  data.pot1 = 1;
  data.pot2 = 1;
  data.tSwitch1 = 1;
  data.tSwitch2 = 1;
  data.button1 = 1;
  data.button2 = 1;
  data.button3 = 1;
  data.button4 = 1;
}

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Le meraviglie del mondo microscopico

Le meraviglie del mondo microscopico

La natura riserva fantastiche sorprese e ottimi spunti per migliorare la tecnologia che sfruttiamo ogni giorno. Gli animali e le piante durante l’evoluzione hanno sviluppato strategie e meccanismi ingegnosi per adattarsi all’ambiente e sopravvivere. Gli scienziati e gli ingegneri studiano scrupolosamente la natura per carpire i suoi segreti così da migliorare la nostra vita. Non preoccuparti perciò se quello che stiamo per mostrarti noi makers* ti sembrerà surreale ma approfitta di questi esempi per apprezzare le meraviglie del mondo microscopico.

Addome delle lucciole

Le lucciole sfruttano la bioluminescenza per comunicare tra loro e già questo fenomeno le rende degli animali interessanti in ambito chimico e biologico ma noi makers vogliamo mostrarti un’altra particolarità.

L’addome delle lucciole è composto da tante micro scaglie che permettono di diffondere la luce prodotta ad angoli di illuminazione più ampi e più efficientemente. Questi miglioramenti sono dovuti alla soppressione di due fenomeni ottici principali: la riflessione interna totale e la riflessione di Fresnel.

La struttura asimmetrica delle scaglie e la loro composizione chimica permette di minimizzare gli “sprechi” di luce e quindi di energia. L’implementazione di nano strutture simili a quelle delle lucciole nei LED permette un miglioramento dell’efficienza luminosa e dell’angolo di illuminazione.

Zampa del geco

Le zampe del geco sono di ispirazione per ingegneri e chimici perché riescono ad aderire su tantissimi tipi materiali. I gechi non usano delle secrezioni adesive (bio-colla) per aderire sulle superfici ma sfruttano le interazioni deboli di van der Waals.

Le zampe dei gechi perciò non sono viscide ma sono cosparse di tantissime setole nanoscopiche con un diametro di soli 0.2 micron, 50 volte inferiore a quello di un capello. L’enorme numero di setole presenti sulla zampa che instaurano ciascuna una piccolissima interazione debole permette al geco di rimanere perfettamente ancorato sulle superfici più disparate. L’unico materiale sul quale il geco non riesce ad aderire è il teflon, lo stesso materiale usato per la copertura delle pentole antiaderenti.

Esistono dei particolari tipi di nastro adesivo che non sfruttano uno strato colloso per aderire alle superfici ma sono composti da una superficie piena di nano-setole simili a quelle del geco, questi tipi di nastro adesivo possono essere attaccati e staccati ripetutamente senza perdere il loro potere adesivo.

Foglia di loto

La foglia di loto può sembrare una semplice foglia ma in realtà ha incredibili proprietà idrorepellenti e autopulenti. Le meraviglie di questa foglia erano conosciute in Asia fin dal primo secolo a.C. ma i suoi meccanismi sono stati svelati solo negli anni 70 con l’utilizzo della microscopia a scansione elettronica.

La foglia è coperta da una nano-struttura di cera che minimizza la superficie di contatto con i liquidi permettendo alla tensione superficiale di tenere coeso il fluido in una forma quasi sferica. Tutto il pulviscolo e la sporcizia sulla superficie vengono inglobate nelle gocce d’acqua che scivolando via dalla foglia di loto la mantengono pulita.

In commercio esistono vetri e vernici che sfruttano lo stesso meccanismo della foglia di loto e che presentano proprietà autopulenti.

Con questi esempi noi makers speriamo di avervi incuriositi ed incentivati a scoprire nuove meraviglie del mondo microscopico.

C’è un libro sempre aperto per tutti gli occhi: la natura

Jean-Jacques Rousseau

Riferimenti

-Hong Zhu et al 2018 J. Semicond. 39 011011
-Autumn, K. (2007). Gecko Adhesion: Structure, Function, and Applications. MRS Bulletin, 32(6), 473-478. doi:10.1557/mrs2007.80
-Marmur, A. (2004). The lotus effect: superhydrophobicity and metastability. Langmuir20(9), 3517-3519.

Makers ITIS Forlì: https://www.makers-itis-forli.it 

*Makers ITIS Forlì non si assumono alcuna responsabilità per danni a cose, persone o animali derivanti dall’utilizzo delle informazioni contenute in questa pagina. Tutto il materiale contenuto in questa pagina ha fini esclusivamente informativi.

Figure di Lissajous

Figure di Lissajous

Le figure di Jules Antoine Lissajous sono curve ottenute dal sistema di equazioni parametriche:

{\displaystyle x=A_{x}\sin(\omega _{x}t+\phi _{x}),\quad y=A_{y}\sin(\omega _{y}t+\phi _{y}),}

dove Ax e Asono le ampiezze, ωx e ωy sono le pulsazioni e ϕx e ϕy sono le fasi di due moti oscillatori ortogonali.
Espresso in questo modo sembra un argomento molto complicato e impossibile da capire ma in realtà è un concetto molto semplice. Queste figure sono utili per studiare due moti oscillatori armonici semplici senza dover conoscere a priori la soluzione analitica esatta.

Rappresentazione grafica

Per ottenere le figure di Lissajous si riportano sui due assi di un grafico bidimensionale i valori delle due oscillazioni istante per istante.
Queste curve sono particolarmente utili perché:

  • rappresentano il reale moto di un ponto soggetto a due oscillazioni perpendicolari
  • si ricavano facilmente le ampiezze dei due moti oscillatori
  • si possono ricavare gli sfasamenti dei due moti oscillatori

Tracciamo due rette parallele agli assi, in modo che non passino per i punti in cui le linee della curva si sovrappongono. Contiamo ora il numero di intersezioni di queste rette con la curva.
Nel nostro caso abbiamo 8 intersezioni lungo la retta orizzontale e 6 intersezioni lungo la retta verticale.
Il rapporto tra il numero di intersezioni nelle due linee è pari al rapporto tra le frequenze degli oscillatori  6/8 = 3:4.

Applicazioni pratiche

Il circuito octopus usa due segnali sinusoidali sfasati, applicati ad un oscilloscopio in modalità X-Y e il componente elettronico testato è identificato da una figura di Lissajous.
In campo audio le figure di Lissajous sono usate per correlare lo sfasamento tra i segnali stereo degli impianti acustici.

Lissajous casalinghe*

Noi makers vi proponiamo alcuni modi per ottenere delle figure di Lissajous in casa

Con oscilloscopio e generatore di segnali

Per questo esperimento abbiamo bisogno di un oscilloscopio a doppio canale in modalità x-y e un generatore di segnali doppio canale. Colleghiamo le uscite del generatore di segnali con le entrate dell’oscilloscopio ed accendiamo entrambi gli strumenti. Impostiamo l’oscilloscopio in modalità x-y e regoliamo a piacere i parametri del generatore di funzione ( frequenza, ampiezza, fase, forma d’onda).

Da qui possiamo capire che le figure di Lissajous sono l’unione di due onde che oscillano su piani perpendicolari e tracciano una figura sul piano.

Un particolare esempio sono le funzioni seno e coseno che sono due onde sinusoidali sfalsate di 90° che tracciano una figura sul piano detta cerchio goniometrico.

Con pendolo e sabbia

Abbiamo bisogno di un gomitolo di spago, un bicchiere di plastica, nastro adesivo, sabbia, fogli di giornale e una scala. Foriamo il fondo del bicchiere con una matita, fissiamo due pezzi di spago (di uguale lunghezza) di almeno 1,5 m sul bordo del bicchiere con del nastro adesivo e leghiamo le due estremità dei fili alla scala formando un pendolo a V libero di oscillare solo in una direzione.

Leghiamo un anello di spago ad un’altezza arbitraria del pendolo unendo i due fili e riducendo la V, così facendo abbiamo prodotto un nodo che separa due pendoli. La V che parte dalla scala e termina al nodo intermedio è il primo pendolo mentre il segmento di spago che parte dal nodo e termina al bicchiere è il secondo pendolo. I due pendoli oscillano su due piani perpendicolari. Poniamo i fogli di giornale sotto al pendolo e riempiamo il bicchiere di sabbia chiudendo il foro inferiore con un dito. Facciamo oscillare il pendolo con una traiettoria ellittica e lasciamo tracciare una scia di sabbia sui fogli di giornale.

A seconda delle lunghezze dei due pendoli si avranno delle figure di Lissajous differenti. Essendo la lunghezza del pendolo proporzionale al periodo di oscillazione, per modificare le figure basterà spostare l’altezza del nodo che separa i due pendoli.

Se non si possiede della sabbia si può sostituire il bicchiere con un LED e fare una fotografia a lungo tempo di esposizione con il cellulare. La foto finita mostrerà la scia luminosa che forma la figura di Lissajous.

Con laser e diapason

Per l’esperimento servono: due diapason, due specchietti, un laser, uno schermo bianco e occhiali protettivi (per laser). Montiamo i due specchietti alle estremità dei due diapason e allineiamoli perpendicolarmente con l’aiuto di morsetti da laboratorio.

Focalizziamo il laser in modo da formare un raggio riflesso sui due specchi e incidente sullo schermo. Facciamo vibrare i due diapason e osserviamo le figure prodotte sullo schermo dal laser. Cambiando la frequenza di oscillazione di uno dei due diapason modificheremo le figure di Lissajous.

Con un armonografo

È uno strumento che funziona nello stesso modo dei pendoli con la sabbia visti in precedenza.

Può assumere diverse forme e sfruttare meccanismi più o meno complessi ma in tutte le sue forme permette di disegnare con una penna o una matita delle figure di Lissajous su un foglio. Molti modelli permettono di ruotare il foglio in modo da ottenere delle figure più pittoresche.

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Luci Subacquee per barca

Luci Subacquee per la barca

Occorrente:

  • Stampo in plastica per la forma dei led
  • 1 led da 50W (36V)
  • Resina Epossidica Trasparente Atossica
  • Fili elettrici bipolari
  • 1 Contenitore in plastica per mescolare la resina
  • Una bacchetta di legno per girare la resina
  • Step-up Boost Converter per alimentazione del led 
  • Pasta termica
  • Olio di vasellina spray

Realizzazione dello stampo in plastica

Per la realizzazione dello stampo in plastica per la forma dei led, ho utilizzato due tecnologie :

  1. La stampante 3D
  2. Termoformatura

Stampante 3D:

Sm Studio ed io abbiamo progettato e stampato in 3D la forma della Luce subacquea.

Termoformatura :

Per la realizzazione dello stampo in plastica del negativo delle luci, io ed Sm Studio, ci siamo rivolti alla ditta FLOW easy thermoforming

 

Forma Luce Subacquea
Stampo in plastica realizzato da FLOW easy thermoforming

Realizzazione della Luce subacquea

Preparazione del LED:

  1. Saldare due fili sulle piazzole del led. In particolare si evidenzia il polo POSITIVO (blue in foto) e NEGATIVO (marrone in foto).
  2. Ritagliare una piastra sottile 2 mm di acciaio, dove fissare il led.
  3. Ricoprire la superficie del led a contatto con la piastra con della pasta termica, per favorire la conduzione di calore dal led alla piastra.
Fase 1
Fase 2
Fase 3

Preparazione della Resina Epossidica per un led:

*Seguire attentamente le istruzioni riportate nel retro della confezione.

  1. Pesare 120 gr del componente A.
  2. Pesare 72 gr del componente B.
  3. Mescolare il tutto in un contenitore pulito, prestando attenzione a evitare di inglobare le bolle d’aria.

Colatura della Resina nello stampo  ed inserimento del led:

  1. Spruzzare dell’olio di vasellina sullo stampo.
  2. Fare una prima colata nello stampo.
  3. Inserire il led nello stampo.
  4. Finire il tutto ricoprendo con la resina rimanente il led.
Fine del processo

Collegamento elettrico:

Per il controllo del led è necessario uno Step-up Boost Converter che permette di “alzare” la tensione d’ingresso da 12V a 36V, diminuendo così la corrente di controllo.

Di seguito è riportato lo schema elettrico di collegamento. Tramite i due Potenziometri blu, posti nella parte destra del circuito, è possibile regolare la tensione e corrente d’uscita.

Risultato finale:

Dopo aver aspettato circa due giorni per far solidificare la resina, i led sono pronti per essere montati sulla barca nella parte immersa.

In bianco evidenziati i due led

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